Una grande mobilità della scapola crea svariate opportunità per un uso improprio della spalla in cui confluiscono le forze compressive del braccio.
L’articolazione della scapola è un elemento fondamentale tra l’omero (osso lungo del braccio) e la clavicola (osso perpendicolare alla linea sternale, articolazione sternoclavicolare). La sua mobilità trasferisce le forze che stabiliscono l’integrità della spalla.
La lunghezza fasciale e la tensione neuromuscolare dei muscoli che sostengono tutte queste ossa ne determinano la posizione.
Il margine anteriore del muscolo trapezio che si inserisce nella parte distale della clavicola è certamente il principale muscolo che muove il cingolo scapolare. (figura a lato punto 3)
Una costante tensione in questo muscolo può sia dare la caratteristica forma a “V” della clavicola (invece della “corretta” linea dritta) sia determinare una scorretta postura del capo in anteposizione rispetto al busto.
Da qui una serie di problematiche cervicali che di blocco della respirazione.
La scapola è sospesa tra molti “tiranti” (muscoli) che arrivano da varie direzioni: l’elevatore della scapola, il piccolo romboide, il grande romboide, il dentato anteriore, il piccolo pettorale e il trapezio appunto che, vista la sua grande vastità di superficie spinge da tre differenti direzioni.
Un attenzione particolare va dedicata ai romboidi i quali, per un gioco di equilibrio insieme al dentato anteriore, contribuiscono a mantenere la migliore posizione della scapola, ossia quando il bordo mediale risulta parallelo ai processi spinosi.
Quando viene a mancare il giusto equilibrio tensionale i maggiori muscoli che ne soffrono sono proprio i m. romboidi che spesso si trovano “bloccati” in allungamento creando dolori cervico dorsali persistenti (trigger point).